domenica 13 gennaio 2013

Torre di Babele





C’era una volta L’Aquila. Poi venne in terremoto.
E dopo il terremoto gli aquilani divennero “quelli sulla costa” e “quelli nelle tendopoli”.  Subito dopo qualcuno decise di farcela da solo e così si aggiunsero “quelli in autonoma sistemazione”.
Con la classificazione dei danni degli immobili, tutte le categorie precedenti divennero ulteriormente suddivise in “A, B, C, F, E”, naturalmente in tutto il cratere sismico, diviso tra “L’Aquila-L’Aquila” e L’Aquila-Borghi/Paesi”. 

Quando quelli con casa E, F, o residenti nei centri storici (zone rosse) furono chiamati a censimento, gli stessi si divisero in “progetto C.A.S.E./MAP” , “autonoma sistemazione”, “affitto concordato”, “fondo immobiliare” e in ultimo gli studenti classificati come “alloggi per studenti”.
 Gli “A” rientrarono a settembre, i “B e C” rimasero divisi tra “CAS” (autonoma sistemazione), “quelli sulla costa”, “quelli in albergo della provincia” , “quelli delle caserme”.  Divennero  tutti assieme a fine 2009 “quelli del Boss”, “quelli dell’albero di Natale”, “quelli di Capodanno” , “quelli degli sfondamenti”, “delle chiavi”, “delle carriole”. Poi si divisero in “scarriolanti” e “pro-Bertolaso”, “quelli del tendone” e “quelli di VIA IL TENDONE”.  

Le “B” intanto divennero “B normali” e “super-B” e insieme alle “C”, rientrarono a L’Aquila, con grande fatica. Toccò alle “E”; divise, sin dall’inizio, in “E periferiche” ed “E dei centri storici”, ulteriormente divisi in “E-normali” ed “E di pregio (vincolate)”. Tutte le “E”, comunque rimanevano classificate in “progetto C.A.S.E.”, “MAP”, “CAS”, “affitto concordato” e “fondo immobiliare”.

Tutto questo mentre le “E periferiche” partivano e i centri storici restavano la palo. Intanto l’esasperazione cominciò a serpeggiare e allora si andò tutti contro “quelli del fondo immobiliare” anche se alcuni cominciarono a sussurrare “beati quelli del progetto C.A.S.E.”. Se qualcuno provava a dire che i progetti C.A.S.E. erano dormitori, subito qualcun altro diceva che “ma beati voi che almeno state al sicuro”, anche dopo che si seppe degli “smorzatori farlocchi”.

Intanto il CAS scarseggiava e nessuno della fazione “CAS”, voleva passare alla banda del “progetto C.A.S.E.”.  Divenne ben presto chiarissimo che la più grande divisione era tra  “quelli che hanno il lavoro”, “quelli che l’hanno perso”, “quelli che lo stanno perdendo”.  E se i primi, “quelli che hanno il lavoro” erano contemporaneamente della banda “progetto C.A.S.E.” , vennero invitati a non parlare più.
Nel frattempo le “E del centro storico” trovarono svariate alleanze tra tutti gli altri gruppi, ma si divisero per le elezioni in varie fazioni, tante quante furono le liste. Finite le elezioni sembrava che i litigi tra bande fossero leggermente sopiti, ma arrivarono le bollette del progetto C.A.S.E.. 

E tutto il silenzio divenne una bomba.
Non si capiva più nulla: “chi aveva sempre pagato”, “chi mai”, “chi faceva finta”, “chi se ne fregava”, “chi aveva votato alle primarie”, “quelli del centro storico che si sentivano abbandonati dalle altre bande”, per non parlare del ritorno delle fazioni “A, B e C”. Riapparvero persino le “F”. I MAP fecero banda a sé. Si registrò il clan “di quelli che vogliono andare via”, subito attaccato duramente da “quelli che restano sempre e comunque”; naturalmente non mancarono quelli che” voglio andare via ma non posso”.  

Siccome si era in campagna elettorale sorsero gruppi nuovi: “michiamanotuttistefania”, “dimissionididelcorvo”, “tuttiperzizzetto”, “unitipergiorgio”, “siamotuttiperlitalia”, “votiamolaquila”.
Di contro qualcuno si schierò con il nascente “più gru nei centri storici”: non si sa quanti membri raccolga, ma di certo questi sono già divisi.

Quindi, essendo rimasta  sola,  non posso che avere più di qualche dubbio: a chi giova? Caspita, ho già creato un altro gruppo!

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