Vabbè
scriverò qualcosa su Gramellini e il gramellinismo. Mi scoccia anche un po’; ma
stamattina, dopo l’ennesimo “buongiorno”, non ce l’ho fatta. Che poi neanche lo
leggo solitamente, ma i social network
erano pieni di ironia e così l’ho aperto.
Il titolo di questo ennesimo
buongiorno è “Il biglietto volante”sapientemente scelto per incuriosire. La storia è banalissima: si tratta di uno
che sale su un autobus e non potendo obliterare il biglietto, tanto la folla è
accalcata, lo passa di mano in mano per poi riaverlo vidimato. Naturalmente il
tutto è raccontato con “sudore”, “insistenza”, “dovere” e retorica: “signore
brizzolato in fondo al tram che sta cercando di fendere il muro di cappotti e
telefonini strillanti.”
Così mi sono messa nei panni di una persona che viene per la prima volta in Italia, legge l’articolo e pensa “Ma che cacchio di paese è se ci si stupisce di un biglietto obliterato che torna al mittente!”.
Sinceramente a me capita spessissimo, in ogni città dove prendo l’autobus e dove sono certe volte l’impossibilitata ad obliterare, altre quella che oblitera per tutti. Insomma, caro Gramellini e seguaci, il mondo là fuori è assai meglio di quello che pensate! L’articolo, tra l’altro sospettato di essere un plagio (in foto l’originale) si chiude con una certa suspense: “Chi vi ha raccontato la storia è tentato di appiccicarvi una morale che rovinerebbe l’effetto, ma per fortuna rinsavisce proprio all’ultima riga. Ogni tanto succede.”
Mi chiedo quale effetto rovinerebbe, poi immagino la morale: “la solidarietà”, “l’aiuto al prossimo”, “l’onestà” che accarezzano lievi ‘sto cavolo di biglietto che “decolla, vola di mano in mano sulle teste di tutti e, dopo un viaggio irto di deviazioni e di pericoli, ritorna nelle mani del titolare”.
Poi c’ho ripensato e credo che una persona che per la prima
volta si trova in Italia e legge quel “buongiorno” pensa ben altro e cioè “Che
cacchio di paese è se gli autobus sono così pieni da non poter obliterare il
biglietto?”. Ecco, Gramellini e Co., il problema è questo e in quella barca
dove navighiamo tutti, ce la diamo una mano, sempre. Non c’è una morale, ma una conclusione assai
realistica che riguarda i trasporti pubblici: spesso, troppo spesso, funzionano
male e quindi spesso, troppo spesso, autobus stracolmi ne incrociano di vuoti;
per non parlare del fatto che spesso, troppo spesso i mezzi sono vecchi,
inquinanti e pure pericolosi; che non sono puntuali; che non si incentiva il
loro uso e neanche quello di mezzi più ecologici, biciclette comprese. Poi c’è anche chi non oblitera, è vero!
Come è vero che Gramellini riesce benissimo a scrivere
qualcosa tutti i giorni che sia un buongiorno bello pieno di retorica e
buonismo. E si piace tanto!
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